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VIOLENTOR "Burn In Metal" (Recensione)

Full-length, Folter Records
(2024)

I Violentor sono una istituzione del metal estremo italiano e questo è il loro sesto album in carriera. Rispetto al passato sembra che la band abbia voluto scarnificare ancora un bel po' il proprio sound, per portarlo ad una sorta di proto speed/thrash metal che deve molto a band come Venom, Slayer, Sodom e Sarcofago. Si riparte quindi dalle origini del Male, da ciò che ha scaturito il putiferio in Terra, da quelle band che non solo offrivano violenza sonora, ma anche un certo approccio satanico che in precedenza era stato solo sfiorato dai Maestri Black Sabbath. 

Il riffing ossessivo e ripetitivo della opener "The Return of the Assassins" è a dir poco sconquassante. Pochi accordi e zero tecnica ma una botta tremenda in pieno volto. Dal secondo brano la band gira ancora di più il coltello nella carne, ed ecco che tutto viene portato ancora più all'estremo con "Storm of Blasphemies", aperta da un dialogo dove volano bestemmie che sinceramente non so dove la band abbia preso. Ma il tutto è talmente cringe da risultare disturbante. Da rimarcare come già dal titolo la band sembri omaggiare l'oltranzismo metal, l'esagerazione di band come i Manowar, ma in sede sonora si avverte la necessità non solo di voler essere violenti, ma di volerlo fare in maniera semplice e diretta. Qualcuno non potrà gradire questo marasma di note impazzite e blasfemia, ma questo è il metal estremo per come era nato, e quindi se ne dovrà pur fare una ragione se certe band vanno a ripescare ciò che è proprio di un certo tipo di heavy metal. 

La produzione anche esalta un approccio "minimal" e ci sta alla grande in questo contesto. Non avrebbe avuto molto senso realizzare un disco old school e poi produrlo alla Nightwish. Qui anche il sound omaggia i primi anni Ottanta e ci sta bene. Per il resto, sentiti i primi 3 o 4 brani saprete cosa aspettarvi, perchè tutto il resto del disco è tarato su quelle coordinate speed/black/thrash che la band abbraccia in pieno. Zero novità, zero sperimentazioni, zero modernismi. Loro e i Whiskey Ritual rappresentano un concetto di metal che fa ancora molto male. Consigliato, consigliato, consigliato.

By Redazione

Tracklist:
1. The Return of the Assassins 
2. Storm of Blasphemies 
3. Born in Metal 
4. Pitch Black 
5. Voievod 
6. Cicci 
7. Stevanin 
8. Failed Dystopian Agenda 
9. Night of the Werewolves

Line-up:
Alessio Medici- voce, chitarra
Michał Golbik - batteria
Roy Noizer Elguera - basso

Links:
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