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Intervista a DEMOGHILAS


Alfred Zilla è un personaggio schietto e sincero, ma anche molto profondo, e ciò si può evincere sia dalla sua musica, ma anche da ciò che ci dice in questa intervista. Sicuramente è un personaggio fuori tempo massimo, calato in una società che non contempla molti pensatori e artisti autonomi come lui. Dopo la recensione del suo ultimo album "Antagonist" lo abbiamo raggiunto per fargli qualche domanda. Buona lettura!

1. Ciao Alfred, presenta il tuo progetto Demoghilas ai nostri lettori! 
Ciao, truppa di Italia Metal e Rock, grazie del vostro tempo e interessamento, prima di tutto. Il Progetto Demoghilas è nato nell’estate del 2016, ma il mio sogno di fare musica iniziò a dodici anni, infatti molte canzoni che creo tutt'oggi sono tutti quegli esperimenti che tentavo mentre imparavo a suonare allora. Andando avanti ho capito di voler offrire qualcosa di diverso ad ogni album, come degli omaggi ad altri generi, anche se tutto sommato lo stile è rimasto lo stesso. 

2. Processo compositivo. Parliamone un po'. 
La base musicale prima di tutto, in modo da incastonare bene le parole e i tempi. Registro tutto nel mio studio casalingo: scheda audio Beheringer, microfoni a condensatore – anche USB – macbook, come software uso Logic, comodissimo produrre musica, a casa e in studio. Ho sei chitarre, per questo album ho usato la doppio manico che il mio liutaio Donato De Rubeis ha realizzato su mia commissione. Per questo lavoro ho usato la mia pedaliera Boss GT-100 con un preset basato sugli amplificatori Orange, in passato ho usato dei plugin. So suonare la batteria ma non mi fiderei a registrarla perché non è il mio primo strumento come la chitarra, ho paura di uscire fuori tempo e non ho mai voluto collaborare con musicisti esterni, quindi l’ho sempre realizzata artificialmente. In questo caso sono suoni di una batteria acustica editati e modificati secondo lo stile che volevo esplorare. Anche il basso, suonandolo molto poco, a volte lo registro a volte uso un plugin che, a mio avviso, suona come la mia idea di basso. Questo basso è un Academy che mi ha prestato la mia amica Cristina Eremita dei miei amici Mnemos, gruppo di cui consiglio l’ascolto. Non registro le voci se prima non ho pronti come minimo il basso e le percussioni. A parte lo scorso album, che ho mixato e masterizzato da solo, nei lavori precedenti il produttore finale è stato il mio amico Pierpaolo Lucchesi dei Traum Jesters, che mi ha anche insegnato le varie tecniche di missaggio e registrazione che uso oggi. Generalmente, per realizzare un intero album impiego un anno. 

3. Testi: di cosa trattano? 
Misantropia, tirannia, vendetta e lato oscuro sono i capisaldi di questo organico. Ci sono anche riferimenti a opere di fantasia a cui sono legato, per lo più i miei testi raccontano mie esperienze negative: tradimenti, abbandoni, maltrattamenti, inganni… e di come sono riuscito a sopravvivere, anche se mi hanno segnato e cambiato. Sono testi che si rivolgono ad ogni disadattato, incompreso o rinnegato in cerca di riscatto, secondo cui il mondo dovrebbe funzionare in maniera diversa. 

4. Hai mai affrontato la dimensione live? E in questo momento hai progetti in questo senso? 
Purtroppo no, ho smesso di credere nei live per band underground o emergenti, e mi dispiace veramente tanto. Per me non ha senso suonare sempre negli stessi locali del paese o della città in cui devi essere tu a portare la gente, e se non pagano la tessera o la consumazione allora il concerto non si fa, è una politica truffaldina che mi manda su tutte le furie, diversi concerti sono stati annullati per questo motivo. Mi sono stancato anche di avere a che fare con musicisti che non vogliono impegnarsi e che fanno le primedonne. L’unico musicista che è sempre stato un professionista e un fratello è stato il mio vecchio bassista Elio DePetris, che ora si è ritirato per motivi di salute, che io saluto con la speranza che possiamo un giorno tornare a suonare insieme, perché lui è decisamente stato, insieme a Pierpaolo, l’altro Demoghìlas! 


5. Come valuti la scena alternative rock e metal italiana di oggi? 
In verità, a costo di contraddirmi o di non mostrare abbastanza supporto, mi interesso assai poco della scena nostrana, popolare o undeground, anche per quello che dicevo prima sui musicisti. So che ci sono band che hanno avuto più successo e fortuna, ma io non bazzico per mia scelta gli ambienti musicali da parecchi anni anche perché non percepisco più quel sostegno tra musicisti in cui ho sempre creduto. Almeno qui da me nel basso Salento, ha sempre funzionato che se non ascolti Metal Estremo o Old School allora “non sei neanche un metallaro.”, mi sono anche fatto dei nemici per questo motivo. Deve sempre esserci una scusa per litigare sulla stessa causa. La maggior parte dei miei amici, così come la mia compagna, non sono neanche metallari, a me basta che si apprezzi e si riconoca la buona musica, indipendentemente dallo stile, e che ci sia sempre una cosa sola: il rispetto. 6. Quali obiettivi vuoi raggiungere con Demoghilas? Nonostante ciò che ho detto prima, avrei in mente almeno due location in cui fare dei concerti, a costo di suonare senza pubblico e di filmare tutto, autorizzazioni permettendo. Per il resto, sono contento di quello che faccio, ho sempre come obiettivo quello di fare musica, di migliorare ciò che può essere levigato e di sperimentare nuove tecniche senza alterare il mio stile. 

7. Quali sono le band e gli artisti che più ti hanno influenzato? 
Dunque, iniziai a pensare di fare il musicista ascoltando Marilyn Manson quando avevo dodici anni. Poi anche Rob Zombie e gli Slipknot quando ne avevo sedici. Ma la svolta definitiva arrivò a diciotto anni quando scoprii i Rammstein, loro sono il motivo per cui oggi faccio la mia musica, sono il mio gruppo preferito e il solo e unico che vado a vedere dal vivo, ci andrò anche questa domenica a Campovolo per la settima volta! Ci sono anche altri gruppi e altri generi che sto scoprendo e riascoltando: Amon Amarth e Arch Enemy per il Melodic Death Svedese, Lacrimosa e Draconian per il Gothic Doom, Turisas e Finntroll per il Folk Viking, Goblin e Fabio Frizzi per le colonne sonore Progressive dei miei film horror italiani preferiti di Dario Argento e Lucio Fulci. Generalmente stimo molto anche la Classica e le colonne sonore di film, cartoni e videogiochi come MediEvil o Final Fantasy IX. 

8. Parlando di rock e metal. Si stava meglio prima o adesso? Insomma spiegaci cosa ti piace o meno di cosa gravita attorno a questi generi, soprattutto nell'underground. 
Ricollegandomi a ciò che abbiamo già detto prima, una volta si stava così bene che sto rimpiangendo di non aver avuto vent’anni negli anni ‘80 e di non essere nato nel Nord Europa. Si stava benissimo, c’era la possibilità di suonare in maniera professionale e di poterne anche fare un mestiere, senza tutti quei falsi e insulsi reality o talent show dove l’arte è l’ultima cosa. Oggi, a meno che non sia affiliato con quella spazzatura, non ci saranno più band di questo nostro genere che riempiranno gli stadi in tutto il mondo. E mi dispiace tanto, perché lo avrei voluto anch’io. 

9. Cosa pensi abbia di diverso "Antagonist" rispetti agli album precedenti? 
Come i precedenti tre lavori, si tratta sempre di un concept album, che in questo caso parla di alcuni dei cattivi o degli antieroi che più preferisco (Darth Vader o Godzilla) in lotta con il solito mondo. Questo disco presenta dei difetti o dei limiti che magari non sarò riuscito a capire o a correggere, lo ammetto – la mia voce che a volte sembra perdersi o la produzione generale – ma che ho tentato di volgere a mio vantaggio. Volevo rifarmi al primo album, “Vengeance on All!”, forse per nostalgia, ma alla fine è uscito un lavoro molto più Punk e Hard Rock nell’attitudine, sebbene gli elementi Gothic Industrial restino, qui e lì. Ripeto, al posto di usare dei plugin, questa volta ho cercato di usare dei suoni più naturali per quanto fosse possibile: pedaliera, suoni di batteria autentici, meno effetti sonori… Qualcuno mi ha detto che sembra un live in un garage, complimento più bello non potevo ricevere, anche se avrei preferito una chiesa sconsacrata, eheheheheheheh! Se l’album precedente aveva un mixaggio molto più cristallino e futuristico, qui ho cercato di ricreare un effetto più vintage e retrò che, per me, unito ai suoni casalinghi può generare un suono decisamente bello e sincero. 

10. Abbiamo finito, i saluti finali a te. 
Vi ringrazio veramente del tempo e dell’interessamento, è stato un vero piacere, come una chiacchierata davanti a un caffè. Viviamo in una società sporca, caotica e assolutista in cui tutto quello che dovrebbe essere dovuto di diritto a chiunque, come il diritto a sopravvivere, deve essere preso con la forza bruta, arrivando a cannibalizzarci a vicenda. Non smettete di lottare per il vostro sogno, fate di tutto per vivere la vita che volete anche quando il mondo ve lo impedisce, tenetevi strette le persone che vi amano e lottate insieme per lo stesso obiettivo, lasciate perdere la carriera e le ambizioni, ciò che conta è stare bene in questa giungla di scimmie tonte e ladre. Quanto a me, continuerò a fare la musica che mi piace e mi impegnerò a migliorare e a correggere i miei limiti, per quanto mi sarà possibile. Voglio ringraziare la mia compagna Cristina per avermi tirato fuori da quelle acque putride e per lottare ogni giorno insieme a me contro tutti i nemici. Per adesso ci dobbiamo salutare, ma ricordate questo: il giorno della resa dei conti arriverà per tutti. Non siamo soli. Grazie a tutti e a presto!


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