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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

GILIATH "Sefiroth" (Recensione)

Full-length, Nova Era Records (2024) Come un fulmine che squarcia un cielo plumbeo, arriva il debutto sotto forma di full length di questa nuova realtà black metal tricolore: i Giliath! Anticipato dallo split con gli Astar "Del principio e della fine", uscito a metà novembre 2023, adesso possiamo gustarci circa tre quarti d'ora di questa ottima realtà con il nuovo "Sefiroth". L'album si apre con voci femminili e arpeggi che ricordano i Dissection più notturni, e poi esplode in tutta la sua potenza "Hail Giliath", un brano che riesce a fondere la scuola svedese e quella norvegese degli anni Novanta. La voce e i riff sono raggelanti, la batteria è veloce ma non in blast beat. Questo è un ideale punto di incontro tra Gorgoroth, Immortal e Dissection e la cosa si fa davvero interessante, anche perchè fanno capolino voci femminili nei ritornelli che aggiungono melodia al tutto in modo davvero ottimale. Man mano che l'album prosegue, e partendo già d

SFREGIO "Malmignotta" (Recensione)

Full-length, Nadir Music (2024) Gli Sfregio sono una band genovese che arriva al quinto album con questo "Malmignotta", ed esce per la loro conterranea Nadir Music. Cosa dovremmo aspettarci da una band che ha fatto del sarcasmo, dell'irriverenza e del dire le cose senza troppi giri di parole, la propria filosofia sia lirica che musicale? Beh, lo stile lirico è sempre quello, basti sapere che per ora i due singoli estratti saranno "Ciabatte e Spazzolino” e “Non Rompere i Coglioni”, quindi i titoli partono già in quarta. Ed anche los tile musicale, a conti fatti. Musicalmente la band propone da sempre un mix tra heavy classico, punk e venature thrash, e a dir la verità lo fa molto bene. I brani sono trascinanti, ideali per essere proposti in sede live. Ci sono anche pezzi dove la melodia viene più a galla, come ad esempio in "Psycho Figa" o "Giocatori di Tennents", ma in generale l'album è in your face e a tratti rimembra anche una grande, indim

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival rilasciano il secondo album dal titolo "Pandemonium Carnival II". Un lavoro che sicuramente catturerà senza fatica gli appassionati del classico e mai tramontante Punk Rock di stampo americano. Le aspettative per chi inizierà l'ascolto non saranno banali e neanche scontate come il genere proposto potrebbe far pensare. Nonostante la dicitura di "Horror" (da cui la definizione di Punk "Horror" Rock), la band romana riesce a dare colore e rendere vivace tutto l'ascolto spalmando nelle quattordici tracce che compongono l'album una bella dose di spessore tecnico e compositivo e senza neanche andare troppo per il sottile.  I Pandemonium Carnival sanno come dare vita e comporre canzoni pregevoli, eleganti e con il giusto e ben ponderato tiro. Forti sia per quanto concerne l’impatto emotivo che per quello pulsante, istintivo e prettamente caratteristico del punk rock. Il combo dei Pandemoniu

RABHAS "Propaganda Antiumana" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion (2024) Con un sound che riesce a mescolare bene il death metal più tecnico e "avanguardistico" con influenze hard/grindcore, i bolognesi Rabhas confezionano un terzo album davvero valido, che si distingue per molti aspetti. Il primo di questi è il cantato di L, che cambia spesse volte registro. Basti ascoltare il primo brano, "Traditori di Tutti", per vedere come la sua voce inizia in sordina con una specie di rantolo che poi però si ispessisce man mano che il brano prosegue. Le sue urla ricordano molto da vicino certo hardcore e grind, soprattutto quello italiano e cantato in italiano di gente come Negazione, Upset Noise o Cripple Bastards. Altri aspetti interessanti del disco sono i cambi di tempo repentini. Questo lo si può sentire già da inizio album. La band gioca molto su un tappeto ritmico vario e che non si limita al suo compitino. Spesso il batterista Sguicio usa i tom in modo esemplare, sottolineando i passaggi più pesan

QUIET RIVER "Echo Chamber" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion (2023) Sul finire del 2023, più precisamente il 7 novembre 2023, usciva sotto Broken Bones Promotion questo primo vagito per la creatura di Luke Vincent, che in pratica ha cantato e composto interamente le musiche di questo "Echo Chamber", lasciando però poi l'esecuzione materiale del tutto, ad eccezione della drum machine composta sempre da lui, a musicisti di talento come il bassista A. T. Merico e il chitarrista R. R. Littorio. La prima cosa che colpisce è la qualità del suono: tutto appare davvero professionale, e se si esclude una drum machine che non è esaltante ma comunque ben pensata, le composizioni vengono fuori complete e con una discreta tecnica anche. In tutta sincerità, in tutto questo ciò che spicca maggiormente è il lavoro di chitarra: assoli continui, armonizzazioni e una pulizia di esecuzione notevole, che paga debito sia all'heavy metal classico di Iron Maiden e Judas Priest che a certo power metal, sia quello di

ROGUE DEAL "Escape From Justice" (Recensione)

Full-length, Andromeda Relix (2023) L’esordio sulla lunga distanza dei Rogue Deal è un concentrato di pura energia metallica. I veneti sono autori di un heavy metal classico, che prende sia dalla NWOTHM più tradizionale, sia dalle sonorità ottantiane di stampo americano (“Lightning Force”), proponendo una fusione affatto scontata, in cui gli stili convivono perfettamente, donando dinamicità alle composizioni (“Nightranger”). Le band che si potrebbero citare come influenze sono diverse, ma è giusto che qui ci concentriamo su quanto questo “Escape From Justice” ha da offrire agli appassionati. E di carne al fuoco ce n’è tanta, suddivisa in otto canzoni con la dinamite dentro: basta ascoltare la selvaggia “Streetfighter” per trovare la giusta carica! A risaltare sono diversi elementi, dalla solida base ritmica, possente nel fornire la giusta carica, passando per le due asce, perfettamente integrate nel proporre un riffing serrato e lanciarsi in assolo dal grande feeling. Quello che più co

SKALF "Vallis Decia - le voci dei dispersi" (Recensione)

Full-length, Independent (2023) Ancora Black Metal che con coraggio ci parla di tematiche lontanissime dai soliti cliché del genere: siamo nella Val di Scalve (“àl de Scàlf” in dialetto) e abbiamo a che fare con una tragedia, quella del Gleno, avvenuta nel 1923, quando una diga mal costruita si disintegra e provoca l’inondazione di tanti paesi, con ovvie e numerose perdite umane. La proposta sonora è invece abbastanza canonica: abbiamo delle screaming vocals che ci raccontano di questo disastro in lingua italiana e dialetto bresciano, e continuo a trovar conferma che questa timbrica, caratteristica del genere, mantiene il suo impatto oscuro in qualsiasi idioma la si voglia rappresentare. A livello strumentale registriamo una tendenza verso ritmi più moderati, che non sfociano mai nel tradizionale blast-beat: la scelta è senz’altro voluta per meglio esprimere il concept dietro a questo EP, tuttavia, per i miei gusti, qualche tempesta ritmica data dall’alternanza in sedicesimi di cassa e

JACK BRAIN "Designing Chaos" (Recensione)

Full-length, Independent (2024) Quando la classe non è acqua. Dieci album, una carriera alla continua ricerca di un qualcosa che è forse solo nella testa di Giacomo Casile, che porta avanti questo progetto da solo da una decina d'anni. Ma quando partono le note di un pezzo come " I want to be an insect" ci rendiamo conto di quanto sia importante, per alcuni artisti, suonare solo quello che dice la loro mente e il loro cuore, anche sbattendosene di eventuali pareri negativi. Un brano, questo, che potrebbe tranquillamente simboleggiare non solo questo album, ma tutta la carriera di questo artista, ma tenendo conto che pezzi come "Defused" e "Glimmer" devono per forza essere ascoltati, davvero belli! Partito da un rock alternativo un po' stralunato, Giacomo Casile oggi suona un misto di progressive, industrial e alternative rock. Tutto dosato secondo una logica particolare, oscura, impenetrabile. Abbiamo appreso tramite una intervista recente fatta pr

DARKHOLD "Tales From Hell" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2023) I Darkhold sono una nuova realtà musicale heavy thrash che nasce dai percorsi diversi intrapresi dai suoi membri (ex componenti di Methedras, Nefastis, Self Disgrace e Syndrome), le cui capacità e attitudini personali si sono amalgamate insieme nel comune progetto The Preachers, unico tributo europeo ai thrasher americani Testament Nasce da subito l’esigenza e l’urgenza di esprimere la propria creatività e i propri gusti in un progetto originale, in cui la libertà compositiva è la parola d’ordine. Il thrash metal dei Darkhold è ben piantato in terra come un macigno. Questa loro caratteristica è riscontrabile in "Tales From Hell", un debuttoi che non sorprende tanto per i brani in se e per se, che in alcune circostanze vengono inevitabilmente associati a realtà di spessore come i già citati Testament, ma riesce a sorprendere in positivo per l'estro compositivo, che risulta essere molto tecnico ed aggressivo, creando quel sound general

STRJA "Strja" (Recensione)

EP, No Reentry Records (2023) Da quando il black metal o la musica in generale viene distinta in base al dialetto? Perchè autodefinirsi “Venetian Atmospheric Black Metal”? Da che mondo è mondo, ognuno canta nella lingua e nel dialetto che gli pare! Forse è un modo come un altro per farsi distinguere? Così come il fatto di non voler rivelare la propria identità da parte dei membri di questa band? A meno che in line-up non ci sia il Presidente Mattarella non capisco questo atteggiarsi, questo voler creare un mistero che scade nel grottesco... La musica poi: parliamo un attimo di cosa significhi il termine "Atmospheric black metal". Per me poco, a patto che non si prenda un black metal fatto ad arte e che davvero crei atmosfere lugubri, sognanti, maestose. Insomma, tipo i primi Summoning o i The Wolves In The Throne Room. Ecco quello è "atmospheric black metal", questo proposto dagli Strja assolutamente no, a parte i primi due minuti della prima canzone "La via de

MEGHISTOS "The Reasons" (Recensione)

Full-length, Buil2Kill Records (2023) Secondo album per il progetto, potremmo dire solista (o one man band) gestito da Meghistos, misterioso musicista italiano che si è occupato di tutti gli aspetti di questo album, compresa la copertina che raffigura una specie di ingresso negli Inferi, dai quali una volta entrati non si può più tornare indietro! Ecco, una volta appreso cosa si cela dietro la copertina, sarebbe stato lecito aspettarsi un album oscuro e volendo anche violento. Ebbene, tutte e due gli aspetti si possono trovare a bizzeffe in questo "The Reasons", album che lascia spiattellati al suolo per cattiveria, velocità e tecnica. Il nostro Meghistos sembra provarci gusto nell'infierire sull'ascoltatore, con un brutal death metal che sa di anni Novanta, anche per alcuni innesti di tastiera che rimembrano proprio alcuni esperimenti fatti da alcune band estreme del periodo in questo senso. Ma in generale l'album, dalla prima traccia "Ares", fino a &qu