Sette album in sette anni per il mastermind del progetto Apocalypse, Erymanthon Seth! Il nuovo "Pandaemonium" centra l'obiettivo qualità un'altra volta e ci presenta un musicista ancora voglioso di esplorare nuove strade con la sua creatura musicale. A lui la parola!
1. Ciao, presenta il tuo progetto ai nostri lettori!
Ave. Che dire, Apocalypse è un progetto che ha ormai qualche anno e qualche album alle spalle. Suoniamo Metal Estremo e per gran parte della nostra discografia siamo stati fortemente influenzati dai lavori dei Bathory, un nome che per me è un vero punto di riferimento. Con il nuovo album Pandaemonium, però, abbiamo deciso di cambiare rotta e, seppur senza abbandonare le nostre influenze e radici, andare alla ricerca di un’identità musicale più personale. Obiettivo che, a giudicare dal responso attuale del pubblico, pare siamo riusciti a centrare in pieno.
2. Processo compositivo. Parliamone un po'.
Solitamente inizio dalle chitarre. Mi viene in mente un riff, inizio a giocarci e ad accostare altri riff uno dopo l’altro, e nel tempo la canzone si evolve e prende la sua forma definitiva. Solitamente, ho in testa anche un’idea del ritmo e della batteria che vorrei utilizzare. Gli arrangiamenti vengono dopo, nel momento in cui mi metto a registrare la bozza delle chitarre inizio a pensare a tutto l’insieme degli strumenti e a come dovrebbero intersecarsi tra loro. Questo è il mio modus operandi più standard, altre volte potrei partire da una linea vocale o melodica che mi sovviene, e sviluppare il resto del brano da lì, anche se questo è più comune per i brani acustici. Le varie intro e outro tendenzialmente mi vengono in mente mentre suono la tastiera. I testi vengono quasi sempre aggiunti alla fine, per me è molto più naturale scrivere musica rispetto che testi. Anche se tendenzialmente ho almeno un’idea iniziale del tema o dell’atmosfera che vorrei trattare. A questo proposito, aggiungo che è molto difficile per me scrivere canzoni singole e a sé stanti. Il format naturale per me è l’album, e anche quando non si tratta di un concept è comunque tutto legato in qualche modo da tema e atmosfera. Se sono davvero ispirato, posso tirare giù un album intero in una o due settimane nella sua prima bozza.
3. Sei sempre da solo nella realizzazione dei tuoi album o ti aiuta qualcuno?
La composizione e gli arrangiamenti sono mia prerogativa esclusiva. Per gran parte della nostra carriera sono stato completamente solo anche nelle fasi di registrazione, missaggio e mastering. Sul primo album ho ricevuto un aiuto nella produzione da Atman, una mia vecchia conoscenza. Da fine 2022 abbiamo avuto un batterista in studio, che è rimasto con noi fino ad Aprile 2024. Per concludere, a partire dall’estate 2022 lavoro con Micke Moberg del MiMo Sound Studio, situato qui a Stoccolma. Assieme abbiamo rimasterizzato l’intera discografia Apocalypse, e ad oggi lavoriamo assieme e sono sulla sua etichetta discografica.
4. Sei arrivato a quota sette album, un vero traguardo. Hai ancora la stessa voglia degli inizi oppure pensi che tra un po' potresti ritirarti, almeno parlando del progetto Apocalypse?
Ritirarmi? Sono poco più che ventenne, non se ne parla proprio di ritirarsi, hahaha! Il tempo vola davvero e ogni tanto mi stupisco io stesso di quanti dischi ho realizzato in così poco tempo. Non sono più altrettanto inarrestabile come qualche anno fa, ho anche impegni diversi rispetto ad allora, e oltretutto ho altri progetti oltre ad Apocalypse. Tuttavia la musica è senza dubbio la mia priorità. Capita senza dubbio che io mi prenda delle pause dalla composizione, sono utili e necessarie, comunque non ho intenzione di fermarmi.
5. Come valuti la scena rock e metal italiana di oggi?
A livello di band non sono informatissimo, conosco perlopiù gruppi torinesi del mio giro di amici e serate, più alcune altre band con le quali ho avuto a che fare negli anni per varie ragioni. Credo che le idee e la qualità non manchino affatto, posso citarti Lilith Legacy, Alchemist, Kormak, Hellgeist, Bloodshed Walhalla tra gli altri… ottime band. Purtroppo però è difficile per una band italiana affermarsi e credo sia una questione culturale forse irrisolvibile. I locali che si dedicano a questo tipo di musica sono pochi e lo spazio per chi propone musica originale è limitato, i negozi di dischi dedicati sono pochi e pian piano stanno chiudendo, e il pubblico italiano in generale non è recettivo per questo tipo di proposte, nonostante esistano persone, iniziative ed organizzazioni davvero appassionate e dedicate, penso a Pagan Moon Organization, Facciamo Valere Il Metallo Italiano o alla piemontese Wine and Fog, emersa da pochi anni e che si sta sempre più affermando tra produzioni e festival. Io ora vivo a Stoccolma e qui si respira tutta un’altra aria. In centro c’è Sound Pollution, un negozio di dischi esclusivamente metal sempre frequentatissimo. Tra nomi blasonati e serate underground qua c’è almeno un concerto rock/metal alla settimana, giusto un paio di settimane fa sono andato a vedere i Bloodstain in un pub, ragazzini di 18 anni che suonano Thrash Metal e sono già in tour per la Svezia. In Italia una cosa del genere sarebbe interamente impensabile. Mi dispiace dirlo, ma a livello di scena e ambiente il paragone tra l’Italia e un qualunque paese Scandinavo è imbarazzante. Non perché manchino le proposte valide da parte dei musicisti, ma perché per qualche motivo l’ambiente, a quanto pare, è poco recettivo. Mi auguro che in futuro questo possa cambiare, ma attualmente lo stato delle cose è questo.
6. Quali obiettivi vuoi raggiungere con Apocalypse e quali sono quelli che già pensi di aver raggiunto in questi anni di carriera?
Non mi lancio a pronostici, perché quello che è nato come un semplice progetto personale mentre stavo seduto in camera a quattordici anni con la mia chitarra mi ha già portato a vivere delle esperienze che non avrei potuto nemmeno sognarmi. I primi ascoltatori e fan che hanno iniziato a seguirmi e a contattarmi, tenere in mano un CD e poi un vinile con la mia musica, le prime interviste, i primi concerti, i primi autografi, la prima volta che ho visto il mio nome e il mio volto stampati su una rivista. La prima volta che qualcuno mi ha detto “Gli Apocalypse sono la mia band preferita”… e non posso non citare con un po’ di orgoglio la mia collaborazione con Micke del MiMo Sound Studio. Micke era un amico di Quorthon, e assieme nel suo studio hanno registrato gli ultimi album della carriera dei Bathory. Siamo entrati in contatto grazie alla mia musica, che gli è piaciuta moltissimo, e da allora abbiamo stretto amicizia e abbiamo iniziato a lavorare assieme. In quel momento facevo fatica a credere a quello che stava succedendo, non avrei mai potuto sognarmi una cosa del genere. Tutto questo da un progetto nato puramente come passione personale, senza sogni di gloria o altro. Siamo tutt’ora un progetto estremamente underground, ma le soddisfazioni sono tante. Vorrei che il progetto continuasse a crescere, ma che sia una crescita guidata dalla mia passione per questa musica e non una semplice strategia di mercato. La cosa più importante per me è rimanere appassionato e dedicato come lo sono sempre stato.
7. Quali sono le band che più ti hanno influenzato agli esordi e quali sono quelle che ti influenzano ora?
Se parliamo dei veri esordi del progetto, quando ancora si trattava di una band vera e propria, ti direi su tutti Nightwish, Yngwie J. Malmsteen ed Evanescence. Non abbiamo mai pubblicato nulla da quel periodo, perché la band non ha mai avuto una lineup stabile con membri dedicati. Ero troppo giovane e non conoscevo delle persone che davvero volessero fare della musica la loro ragione di vita. Nel momento in cui il progetto è “risorto dalle sue ceneri” nel 2018, non è un segreto per nessuno che la band che abbiamo avuto come punto di riferimento fisso fossero i Bathory, tuttavia con il tempo abbiamo introdotto sempre più personalità e influenze nel nostro sound. Ascolto da sempre davvero tanta musica, non solo Metal. Sono cresciuto con i grandi della Classica come Bach, Beethoven e Vivaldi, ma anche con Angelo Branduardi, Pino Daniele, Mike Oldfield e tanti altri. Adoro la musica folk tradizionale Europea, su tutte quella Svedese, Inglese, Irlandese e Scozzese. Ascolto tanti gruppi metal oltre a quelli citati prima, come Burzum, Type O Negative, Metallica… ascolto davvero tante cose, variando anche in base a periodo e stato d’animo, e credo che tutto quello che ascolto abbia in qualche modo un’influenza sulla mia musica, anche se oggi mentre scrivo la mia priorità è realizzare qualcosa che mi piace e che sia originale, senza fermarmi a pensare a ispirazioni o influenze. Cerco di rimuovere dalla mia testa il resto della musica metal, e di concentrarmi su quello che io voglio fare.
8. Meglio il metal di una volta o quello di oggi? E come se la passa l'Italia secondo te?
Ahhh, domande scomode, vuoi proprio farmi fare dei nemici eh? Hahaha. Credo che il metal degli esordi fosse più genuino nelle intenzioni rispetto a tante porcherie che vengono prodotte oggi, perché era guidato dalla passione e dalla rabbia invece che dalla moda e dalle strategie di mercato. Oggi è pieno di band che fanno copia-e-incolla dello stile che va di moda sul momento, usando delle produzioni di plastica che suonano tutte uguali, batteria ipercompressa e quantizzata, sette corde e amplificatori digitali. Roba assolutamente cervellotica. Usano tutti addirittura la stessa strumentazione semplicemente per seguire il trend. Molto del metal moderno, almeno per quanto riguarda il mainstream, è semplicemente un prodotto per le masse, e ci sono progetti che nascono semplicemente con l’intento di essere appetibili al mercato e di fare ciò che va di moda per sperare di racimolare seguito. Atteggiamento sbagliatissimo. Noi non ci sentiamo parte del trend perché facciamo il cazzo che ci pare, e sono sicuro che nell’underground ci siano ancora tante band con la giusta attitudine come noi, per quanto riguarda il metal italiano te ne ho citate alcune poco fa.
10. Che programmi hai in questo periodo e per il futuro?
Promozione, promozione, promozione. Posso dirti che in un giorno solo mi sono arrivate otto interviste da fare, e altre sono in programma… il nuovo disco è appena uscito e sta andando molto bene, ben oltre le aspettative per gli standard a cui siamo abituati, quindi cercheremo di cavalcare l’onda e spingere sull’acceleratore finché c’è l’opportunità. Sto anche cercando di organizzare una stampa in formato fisico del disco e magari trovare una distribuzione che abbia senso, perché è un lavoro che mi soddisfa molto e lasciarlo solo in digitale sarebbe uno spreco. In futuro sicuramente lavoreremo al disco nuovo, ma per il momento non ho ancora composto nulla, anche perché siamo al lavoro sul nuovo album dei Feralia, gruppo Black Metal in cui sono cantante e chitarrista, che ha occupato gran parte del mio tempo nell’ultimo anno, musicalmente parlando. Mi piacerebbe anche trovare dei musicisti con cui tirare su una band per portare Apocalypse dal vivo, quindi dedicherò del tempo anche a questo nella speranza di trovare le persone giuste.
11. Abbiamo finito, i saluti finali a te.
Grazie per l’invito! Saluto tutti i lettori e tutti i nostri fan, e invito tutti a procurarsi una copia del nostro nuovo album su Bandcamp e a farci sapere cosa ne pensate! Tenete a cuore il Metal. Ave.
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