Passa ai contenuti principali

AROTTENBIT "You Don’t Know What A Rework Is" (Recensione)


Full-length, Time to Kill Records
(2025)

Dopo il marcissimo "You Don’t Know What Chiptune Is" del 2024 il nostro Alessandro ‘Otto’ Galli ritorna sul mercato con un disco di cover alquanto singolare. I dieci brani di quel disco vengono coverizzati da dieci band differenti, ognuna col suo stile ovviamente. Si va dal drone al death metal, dal punk al flamenco, insomma nessun limite. Hanno partecipato a questo progetto: Across The Swarm, Ainu, Alberto Pequeño (Messa), Baratro, Carcharodon, Dolpo, Edoardo Taddei (Master Boot Record), Fosgene, Fulci, Hyperwulff, Isaak, Leslienelsen, Master Boot Record, Ottone Pesante, Overcharge, Ovo, Pugnale, Stefano Rutolini (Stormo), Threestepstotheocean, Undertakers, Viscera///.

Alessandro è andato personalmente in ciascuna delle sale prova di questi artisti col suo studio mobile per catturare appieno la loro essenza, girando per tutta l'Italia. Tutti i mix e i master li ha poi curati personalmente nel suo studio, l’Otto Engineering Labs. Il retaggio sporco e infame di questo progetto tutto italiano comunque è rimasto, ma è facile pensare che artisti così eterogenei abbiano dato una impronta più che personale a ciascuno di questi pezzi. Le versioni di pezzi come "Specimen 6.1.[hwf:007-009]" o di "Specimen 7.1.[3st:009-010]" mostrano due lati opposti dell'opera, divista tra parti dilatate e altre schizoidi ed elettroniche, abbiamo poi anche a che fare con molti nomi particolari, come ad esempio gli Ottone Pesante che si cimentano in "Specimen 0.1.[8ne:006-008]" dove coverizzano un famoso pezzo degli Slayer... 

Un disco diviso in due parti tra l'altro, dove la follia la fa da padrona. Musica libera, liberatoria, espressione della volontà di un musicista di rendere l'arte come una forma che possa accomunare tanti artisti. Un progetto ambizioso, quello di Alessandro ‘Otto’ Galli, sicuramente non per tutti, ma semplicemente intrigante.

L'artwork visionario è firmato da Klem Diglio, mentre la pubblicazione è affidata a Time To Kill Records, etichetta che da sempre amplifica le voci più estreme e autentiche dell'underground. "You Don't Know What A Rework Is" non è solo una compilation di cover, è un atto di sabotaggio creativo, una riscrittura radicale della musica come gesto collettivo e senza compromessi.

Eleonora V.

Tracklist & Credits:
Disc 1
1. Specimen 1.1.[flc:011-015] (feat. Fulci)
2. Specimen 2.1.[isk:006-008] (feat. Jason Dahlke)
3. Specimen 3.1.[fsg:005-007] (feat. Fosgene)
4. Specimen 4.1.[ovo:004-007] (feat. Ovo)
5. Specimen 5.1.[und:008-010] (feat.Undertakers)
6. Specimen 6.1.[hwf:007-009] (feat. Hyperwülff)
7. Specimen 7.1.[3st:009-010] (feat. Threestepstotheocean)
8. Specimen 8.1.[mbr:006-007] (feat. MASTER BOOT RECORD)
9. Specimen 9.1.[lxn:010-011] (feat. LESLIExNIELSEN)
10. Specimen 0.1.[8ne:006-008] (feat. Ottone Pesante)

Disc 2 
1. Specimen 1.2.[ain:008-009] (feat. Ainu)
2. Specimen 2.2.[brt:007-009] (feat. Baratro)
3. Specimen 3.2.[alb:002-003] (feat. Alberto Pequeño – Alberto Piccolo of Messa)
4. Specimen 4.2.[shr:009-010] (feat. Edoardo Taddei)
5. Specimen 5.2.[pgn:010-011] (feat. PUGNALE)
6. Specimen 6.2.[vsc:008-009] (feat. Viscera///)
7. Specimen 7.2.[crc:005-008] (feat. Carcharodon)
8. Specimen 8.2.[ats:008-009] (feat. Across The Swarm)
9. Specimen 9.2.[ovr:004-006] (feat. Overcharge)
10. Specimen 0.2.[dlp:005-006] (feat. Dolpo)


Links:
Facebook
Youtube
Spotify
Bandcamp



Commenti

Post popolari in questo blog

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)

Full-length, Ghost Record Label (2024) I Pandemonium Carnival rilasciano il secondo album dal titolo "Pandemonium Carnival II". Un lavoro che sicuramente catturerà senza fatica gli appassionati del classico e mai tramontante Punk Rock di stampo americano. Le aspettative per chi inizierà l'ascolto non saranno banali e neanche scontate come il genere proposto potrebbe far pensare. Nonostante la dicitura di "Horror" (da cui la definizione di Punk "Horror" Rock), la band romana riesce a dare colore e rendere vivace tutto l'ascolto spalmando nelle quattordici tracce che compongono l'album una bella dose di spessore tecnico e compositivo e senza neanche andare troppo per il sottile.  I Pandemonium Carnival sanno come dare vita e comporre canzoni pregevoli, eleganti e con il giusto e ben ponderato tiro. Forti sia per quanto concerne l’impatto emotivo che per quello pulsante, istintivo e prettamente caratteristico del punk rock. Il combo dei Pandemoniu...

STORMWOLF "Voyager" (Recensione)

  Full-length, Nadir Music (2024) Questa band italiana propone un ottimo hard rock/heavy metal, con qualche puntatina nel power metal. Curiosa la scelta di realizzare un doppio album, nel vero senso del termine, perchè sembra proprio che la band, proprio in controtendenza ad un mercato che vuole tutto liquido e digitale, abbia realizzato un bel digipack contenente due cd: nel primo l'album in questione "Voyager" e relativi brani inediti. Nel secondo le cover di band come Iron Maidem Rose Tattoo, Accept e altri ancora. Tutto molto apprezzabile finora, ma com'è il disco? Beh, straordinario! L'entrata di una bella e brava cantante fa sempre la differenza in una band e qui è la stessa cosa con Irene Manca. Questa cantante riesce ad essere perfetta sia nei brano più melodic metal o hard rock che in quelli più heavy/power. Si passa quindi da stoccate come "Dark Shadows" o "Fury" ad altri brani dove l'aspetto più commerciale del metal viene a gall...

Intervista a DEMOGHILAS

Alfred Zilla è un personaggio schietto e sincero, ma anche molto profondo, e ciò si può evincere sia dalla sua musica, ma anche da ciò che ci dice in questa intervista. Sicuramente è un personaggio fuori tempo massimo, calato in una società che non contempla molti pensatori e artisti autonomi come lui. Dopo la recensione del suo ultimo album " Antagonist " lo abbiamo raggiunto per fargli qualche domanda. Buona lettura! 1. Ciao Alfred, presenta il tuo progetto Demoghilas ai nostri lettori!  Ciao, truppa di Italia Metal e Rock, grazie del vostro tempo e interessamento, prima di tutto. Il Progetto Demoghilas è nato nell’estate del 2016, ma il mio sogno di fare musica iniziò a dodici anni, infatti molte canzoni che creo tutt'oggi sono tutti quegli esperimenti che tentavo mentre imparavo a suonare allora. Andando avanti ho capito di voler offrire qualcosa di diverso ad ogni album, come degli omaggi ad altri generi, anche se tutto sommato lo stile è rimasto lo stesso.  2. Proce...