Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

FROZEN CROWN "Call of The North" (Recensione)

Full-length, Scarlet Records (2023) Con un leggero ritardo rispetto ai tempi d’uscita, mi ritrovo a recensire l’ultima fatica dei Frozen Crown: ci tenevo particolarmente a dire la mia su questa formazione italiana, magari facendo una analisi, come mio solito, sul genere Power Metal. Come avrete intuito, non mi faccio problemi a saltare da un genere all’altro, sapendo cosa aspettarmi da ogni fronte sotto la mia attenzione. Dal Power Metal non mi aspetto grandi novità: Helloween, Blind Guardian e Grave Digger, fra i tanti, hanno a suo tempo stabilito delle coordinate stilistiche ben chiare, tanto che gli appassionati del genere, una volta, venivano definiti “defender”: i difensori, appunto, di una certa ortodossia di metallo. Spesso ho elogiato la duttilità di un genere come il Black Metal – il nero sta bene con tutto, si sa! - mentre del Power Metal non credo si possa dire la stessa cosa. Ma il vostro umile recensore è un fanatico del fraseggio melodico, quindi è attratto da certe soluz

NO MAN EYES "Harness The Sun" (Recensione)

Full-length, Buil2Kill Records (2023) E’ con piacere ritrovarsi sulla scrivania, pronto per essere ascoltato e recensito, un album di sano Heavy Metal italiano, classico nella sostanza, moderno nei suoni e fantascientifico nelle tematiche trattate, con un concept intrigante circa un viaggio spaziale verso il Sole, con sorprese e rivelazioni che aprono scorci di riflessione filosofica, e in effetti ho subito pensato a opere come “Solaris”, il romanzo di Stanisław Lem del 1961 portato per la prima volta sullo schermo cinematografico da Andrej Tarkovskij, nel 1972, e una seconda volta, con esiti ben più modesti, da Steven Soderbergh nel 2002. Come non citare anche “Stalker” del 1979, sempre di Tarkovskij, e ovviamente “2001: Odissea nello spazio”, un capolavoro, fra i tanti, di Stanley Kubrick del 1968. Quindi in teoria ci sono tutte le carte in regola per fare colpo su un vecchio nerd come me, che su queste cose, ben più che sul fantasy, ci fantastica da una vita! Il disco è suonato e pr

BIOSCRAPE "Havoc" (Recensione)

EP, Ghost Record Label (2019) Attivi dall'ormai lontano 2006 e con tre album e diversi tour europei alle spalle, tornano sulle scene i piemontesi Bioscrape che, forti del recente deal con la Ghost Records, danno alle stampe "Havoc" mini-ep contentente quattro pezzi (di cui una "outro" strumentale) verosimilmente degno antipasto di quella che dovrebbe essere l'uscita sulla lunga distanza.Il sound contenuto tra le pieghe di questo "Havoc" ci mostra una band in grado di mescolare pregevolmente quel sound moderno e tipicamente nu metal con l'aggressitivà e la sfrontatezza del metal più estremo. Se proprio dovessimo cercare un metro di paragone per descrivere in breve la musica dei Bioscrape, potremmo tranquillamente definirla un mix tra i DevilDriver di Dez Fafara per quanto riguarda la ricerca di un certo tipo di groove, ed i Fear Factory, omaggiati soprattutto in "Erase" pezzo in cui fa la propria comparsa un sintetizzatore di sottofond