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DISEASE ILLUSION "Plastic Ocean" (Recensione)

Full-length, Independent
(2024)

Il melodic death metal è uno dei generi che più è stato investito da sperimentazioni varie nei suoi trenta e passa anni di esistenza. Basti pensare a come il genere era nato e a come è stato più volte rimaneggiato dai vari Drak Tranqullity, Soilwork e In Flames, tanto per citare i nomi più noti. Anche i nostrani Disease Illusion con questo "Plastic Ocean" evidentemente non ci stanno a rimanere ancorati al passato, e danno una loro interpretazione di questo genere, che non per forza è in linea con le band che abbiamo appena citato. Quello proposto dai Disease Illusion in questo album forse non è neanche melodic death metal, ma piuttosto un metal molto moderno con influssi sia "melodeath", che nu metal, che metalcore. A parte questi generi, non è raro sentire riff che richiamano l'operato di band come Periphery, Architects o Deftones.

Sicuramente sono state usate accordature speciali in questo disco e/o chitarre a sette ed otto corde, e questo aspetto va a braccetto con una produzione moderna e davvero ottima che esalta la pulizia ma anche il senso di groove di questi pezzi. Sovente vengono a galla anche commistioni con il gothic metal, e tutto questo beneficia di un uso delle tastiere (e dell'elettronica in generale) molto interessante. Ecco quindi che pezzi come "Plastic Ocean", "Displaced" o "Glass and Steel" ne escono come brani che solamente di striscio si appoggiano al melodic death metal, e che invece potrebbero stare molto bene in un album delle band citate poc'anzi, o anche dei Landmvrksm volendo, per le aperture verso un metalcore piuttosto devoto alla melodia. A tutto questo, però, dobbiamo aggiungere anche influssi derivanti dalla new wave e darkwave.

A differenza però di alcune band come i già citati Landmvrks i Disease Illusion cercano comunque di non scadere quasi mai nel ritornello troppo ruffiano, ma rimangono comunque ancorati ad un concetto di musica comunque abbastanza underground. Questo è dimostrato da altre valide tracce come "Inject Me", "Reborn" e "No Ground", dove la band in un certo senso cerca di trovare un compromesso tra l'impatto tipico del melodic death metal e la semplicità del metal degli anni Novanta e Duemila (tradotto, nu metal).

Un disco del genere si pone un po' come spartiacque per una band come i Disease Illusion, anche perchè stiamo parlando del terzo lavoro, e di solito il terzo lavoro, in generale, è quello dove una formazione cerca di tirare un po' le somme di quello che ha fatto e al tempo stesso vorrà fare. Noi scommettiamo che il futuro della band sarà quello di allontanarsi ancora dal puro melodic death metal. Vedremo se abbiamo ragione, ma comunque questo "Plastic Ocean" rimane un buon album, a tratti anche ottimo, ma che rischia di rimanere nella scomoda posizione di non essere indirizzato ad una frangia di pubblico in particolare. Detto questo, è un prodotto di respiro internazionale, e questo si sente in ogni dettaglio del disco, che è curato fino alla perfezione. Band da seguire, soprattutto per gli sviluppi futuri.

Eleonora V.

Tracklist:
1. Plastic Ocean 
2. Reborn 
3. Our Lady of Self-Defense 
4. Inject Me 
5. No Ground 
6. Glass and Steel
7. I Am the Enemy 
8. Eventide 
9. Invisible 
10. Displaced

Line-up:
Federico Venturi - Guitars
Alessandro Turco - Guitars
Alessio Chierici - Drums
Joy Lazari - Vocals
Giacomo Laurenti - Bass

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