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DISEASE ILLUSION "Plastic Ocean" (Recensione)

Full-length, Independent (2024) Il melodic death metal è uno dei generi che più è stato investito da sperimentazioni varie nei suoi trenta e passa anni di esistenza. Basti pensare a come il genere era nato e a come è stato più volte rimaneggiato dai vari Drak Tranqullity, Soilwork e In Flames, tanto per citare i nomi più noti. Anche i nostrani Disease Illusion con questo "Plastic Ocean" evidentemente non ci stanno a rimanere ancorati al passato, e danno una loro interpretazione di questo genere, che non per forza è in linea con le band che abbiamo appena citato. Quello proposto dai Disease Illusion in questo album forse non è neanche melodic death metal, ma piuttosto un metal molto moderno con influssi sia "melodeath", che nu metal, che metalcore. A parte questi generi, non è raro sentire riff che richiamano l'operato di band come Periphery, Architects o Deftones. Sicuramente sono state usate accordature speciali in questo disco e/o chitarre a sette ed otto cord...
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Intervista a Demetrio "DIMITRY" Scopelliti

E' un grande piacere ospitare un grande chitarrista come Demetrio Scopelliti e i suoi DIMITRY! Ormai non è certo un nome nuovo il suo, ed anche i numeri parlano chiaro dato che questo " The Revolution Of Evolution " è il suo album da solista, se escludiamo ciò che ha fatto in precedenza con altre band. Bando alle ciance, ecco a voi le sue risposte alle nostre domande! 1. Ciao, presenta il tuo progetto ai nostri lettori! Il mio nome è Demetrio Scopelliti, conosciuto anche come “Dimitry” nell’ambiente musicale italiano e internazionale. Ho un progetto solista col quale scrivo e pubblico musica dal 2008. Il genere proposto è un “Instrumental Prog Metal” che unisce tutte le mie influenze musicali. 2. Processo compositivo. Parliamone un po'. Varia a seconda del brano, del periodo e da dove mi trovo. Per esempio “In The Air” nasce da una session acustica al ritorno da un tour negli US per poi essere stata rielaborata in chiave Rock/Metal in studio mentre “Undercurrent e S...

DIMITRY "The Revolution Of Evolution" (Recensione)

Full-length, FusionCore Records (2025) Un album interamente strumentale. Un viaggio prog metal che abbraccia molto anche la fusion e un chitarrismo vario ed eclettico come quello imbastito da Demetrio Scopelliti non possono lasciare indifferenti, soprattutto se si amano artisti come Marty Friedman, i Meshuggah, Steve Vai, Joe Satriani. Cosa c'entrano i Meshuggah? E' molto semplice, perchè Scopelliti oltre ad aver appreso molto bene dai nomi che abbiamo citato per ciò che concerne le basi della chitarra elettrica rock e metal, sa anche offrire un modernismo simile per certi versi al djent metal, in special modo nella sezione dedicata alle chitarre ritmiche. Spesso il riffing sincopato e spezzato dei Meshuggah prende piede in un tessuto di contro molto solare e raffinato. Ma il suo strumento ad otto corde si fa sentire, eccome. Questo crea una specie di contrasto in quasi tutti i brani dell'opera, che sono ispirati il giusto, ma che hanno questa particolarità di offrire assol...

ARCANE TALES "Ancestral War" (Recensione)

Full-length, Broken Bones Promotion & Productions (2025) Arcane Tales è il progetto solista di Luigi Soranno, polistrumentista veneto che da anni lavora come uno stacanovista a questa realtà musicale. I numeri parlano chiaro: otto album in nemmeno dieci anni di carriera già impressionano, ma ci si potrebbe chiedere se alla quantità il buon Luigi affianchi anche la qualità. Da quel che sappiamo la sua musica è un omaggio più o meno celato verso i Rhapsody (e poi Rhapsody Of Fire) e quindi le innovazioni non entrano in ballo parlando della sua musica, e nemmeno di questo "Ancestral War", che però ha molto altro da offrire. Andiamo con ordine. Indubbiamente la band italiana di power metal sinfonico più famosa è presa come musa ispiratrice in questo nuovo album di Arcane Tales, ma la qualità musicale espressa da Luigi è davvero impressionante. Ci sono momenti nei quali sembra di sentire la più intensa opera di musica classica in versione metal, questo perchè la cura dei detta...

BIANCA "Bianca" (Recensione)

Full-length, Avantgarde Music (2025) Primo album per questa formazione romana che ci propone un black metal che si ibrida con il doom, l'atmospheric e il death/gothic metal. La proposta dei Bianca è furiosa ma con una voce femminile di valore come è quella di β si riesce subito a distinguere in qualche modo. Per certi veri dobbiamo andare a fare parallelismi con band quali gli Of The Muses o Nel Buio, anch'essi italiani, per capire grossomodo dove si muovono questi Bianca.

AROTTENBIT "You Don’t Know What A Rework Is" (Recensione)

Full-length, Time to Kill Records (2025) Dopo il marcissimo "You Don’t Know What Chiptune Is" del 2024 il nostro  Alessandro ‘Otto’ Galli ritorna sul mercato con un disco di cover alquanto singolare. I dieci brani di quel disco vengono coverizzati da dieci band differenti, ognuna col suo stile ovviamente. Si va dal  drone al death metal, dal punk al flamenco, insomma nessun limite. Hanno partecipato a questo progetto: Across The Swarm, Ainu, Alberto Pequeño (Messa), Baratro, Carcharodon, Dolpo, Edoardo Taddei (Master Boot Record), Fosgene, Fulci, Hyperwulff, Isaak, Leslienelsen, Master Boot Record, Ottone Pesante, Overcharge, Ovo, Pugnale, Stefano Rutolini (Stormo), Threestepstotheocean, Undertakers, Viscera///. Alessandro è andato personalmente in ciascuna delle sale prova di questi artisti col suo studio mobile per catturare appieno la loro essenza, girando per tutta l'Italia. Tutti i mix e i master li ha poi curati personalmente nel suo studio, l’Otto Engineering Labs....

MADVICE "Under The Burning Sky" (Recensione)

Full-length, Nova Era Records (2022) Disco ormai un po' datato, questo "Under The Burning Sky", ma che vale la pena riscoprire, anche perchè la band proprio di recente ha rilasciato un nuovo video e singolo dal titolo "The Ecstasy Of Dying". Parliamo del secondo parto discografico di questa formazione toscana, che in questo disco di appena mezz'ora condensa cattiveria e tecnica in modo perfetto. Il disco si apre con "Extinction", pezzo che si muove a metà strada tra metalcore e melodic death metal, con tante parti groove e ritornelli che si poggiano su una batteria fantasiosa e potentissima. Le chitarre hanno un sound davvero bello, corposo, pieno, e i riff sono forse l'ingrediente più buono che si trova in questo album. Come detto, il lavoro di chitarra distrugge ma sa anche essere pesante e ipnotico quando serve, abbandonando la violenza pura. E' il caso quindi di citare la seconda canzone, "Doominion", un pezzo che si apre con...