Un album come "There Is An Elephant In The Room" è difficile da inqudrare. Potremmo semplificare usando il termine hard rock melodico, ma anche heavy metal melodico potrebbe starci, vista la durezza delle chitarre, una produzione bella corposa e qualche svisata in territori power. Ne parliamo con Andrew Skid, cantante della band.
1. Ciao, presenta gli Honeybombs ai nostri lettori!
Ciao! Siamo gli Honeybombs, una band speed metal con radici in Italia. La nostra musica è un mix di energia pura, riff veloci e testi diretti, che mirano a portare il metal classico in una chiave moderna, sempre con un tocco di originalità.
2. Processo compositivo. Parliamone un po'.
Il nostro processo compositivo è abbastanza collettivo: generalmente, uno di noi porta delle idee o dei riff, e poi ci riuniamo per svilupparle insieme. Ogni membro della band porta il suo contributo, e questo rende il nostro sound variegato ma coerente. Siamo sempre aperti alla sperimentazione, pur mantenendo la nostra essenza metal.
3. Testi: chi li scrive e cosa trattano?
I testi sono scritti principalmente da Andrew Skid, il nostro cantante, ma ogni tanto anche altri membri della band contribuiscono. I temi spaziano dalle esperienze personali alle riflessioni sulla società, con un focus sull'individuo che lotta per la sua libertà e autenticità.
4. Cosa pensi che offrano gli Honeybombs in più sul palco rispetto al lavoro in studio?
Sul palco cerchiamo di trasmettere l'energia e la passione che mettiamo nella nostra musica. Il nostro obiettivo è far sentire il pubblico parte integrante dello show, con performance intense, interazione diretta e un'atmosfera che cattura l'attenzione dall'inizio alla fine.
5. Come valuti la scena rock e metal italiana di oggi?
La scena rock e metal italiana è in costante evoluzione. Ci sono molte band talentuose che emergono, ma spesso la scena è frammentata. La passione c'è, ma serve maggiore supporto a livello di visibilità e opportunità, specialmente per le band più giovani.
6. Quali obiettivi vorresti che raggiungessero gli Honeybombs?
Siamo sempre alla ricerca di nuovi traguardi, che si tratti di crescere come band, raggiungere nuovi fan o suonare su palchi più grandi. Il nostro obiettivo è continuare a fare la musica che amiamo, espandere la nostra base di fan a livello internazionale e suonare in festival importanti.
7. Come rapporti il vostro ultimo album rispetto ai precedenti? Quali sono le differenze più grandi?
"There Is An Elephant In The Room" è sicuramente un'evoluzione rispetto al nostro primo album. Abbiamo affinato il nostro sound, inserendo influenze metal più marcate e cercando di dare più dinamismo alla nostra musica. Rispetto al passato, c'è una maggiore maturità nei brani e una ricerca più profonda nel mix delle influenze.
8. Quali sono le band che più hanno influenzato gli Honeybombs, secondo te?
Per questo secondo album le influenze non sono state cercate in modo consapevole. Non ci siamo detti: "Ispiriamoci a questa band o a quell'altra". I brani sono nati in modo spontaneo, seguendo ciò che sentivamo dentro. Al contrario, nel primo disco le influenze erano più evidenti e riconducibili a gruppi degli anni ’80 e ’90 come Skid Row, Steel Panther, Guns N' Roses, Bon Jovi e altri. Con il secondo lavoro, invece, abbiamo scritto lasciandoci guidare dall’istinto, anche perché ciascuno di noi ascolta generi musicali molto diversi tra loro.
9. Meglio il metal di una volta o quello di oggi? E come se la passa l'Italia secondo te?
Ogni era ha la sua magia. Il metal di una volta ha un'immediatezza e un'energia che sono difficili da replicare, ma anche il metal moderno porta con sé innovazioni che mantengono il genere vivo. In Italia, il metal ha sempre avuto una scena molto attiva, ma c'è bisogno di maggiore visibilità per le band locali.
10. Che programmi avete in questo periodo e per il futuro?
Stiamo lavorando per promuovere "There Is An Elephant In The Room" e per portarlo sui palchi. In futuro, ci piacerebbe anche iniziare a lavorare su nuovo materiale, per non fermarci mai. Le date live sono sempre al centro dei nostri piani.
11. Come siete giunti all'accordo con Underground Symphony e come vi state trovando?
Abbiamo incontrato Underground Symphony tramite il nostro manager e siamo subito entrati in sintonia. Sono una realtà solida e professionale che ci ha permesso di avere visibilità e supporto in questo momento cruciale della nostra carriera. Ci troviamo molto bene con loro, e speriamo che questa collaborazione porti a grandi risultati.
12. Abbiamo finito, i saluti finali a te.
Grazie per il supporto! Continuate a seguirci, vi aspettiamo ai nostri concerti per condividere insieme la passione per la musica metal. Stay loud and keep rocking!
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